Si tende spesso a considerare la Cannabis light e la Cannabis terapeutica come la stessa cosa. Ciò non è corretto. Cannabis light e Cannabis terapeutica sono due cose nettamente distinte: in Italia la coltivazione e la commercializzazione di Cannabis “light” è assolutamente legale. Per quanto riguarda la Cannabis terapeutica, invece, esistono precise regole di prescrizione, ed in Italia può essere usata dal 2016 in modo legale soltanto per finalità di carattere terapeutiche e soltanto su indicazione del medico.
Così come non è corretto considerare sullo stesso piano Cannabis light e Cannabis terapeutica, è altresì sbagliato pensare alla marijuana per uso medico come ad un semplice spinello.
La Cannabis Light
La cannabis light è una pianta femmina di canapa indiana, la Cannabis sativa appunto, ed il termine “light” sta ad indicare valori di THC inferiori allo 0,2%. Le varietà di cannabis light con basso contenuto di THC e quindi coltivabili in Italia sono 67, e sono soltanto quelle varietà registrate nel Catalogo Comune delle sementi della Comunità europea, le cui piante producono infiorescenze con THC inferiore allo 0,2%.
Il THC, sappiamo, è la sostanza psicotropa presente nella pianta della canapa, responsabile degli effetti “droganti” tipici della marijuana.
Tra le 67 specie di cannabis presenti nel Catalogo ufficiale della Comunità europea, e la cui coltivazione e vendita è legale per effetto della legge 242/2016, troviamo varietà provenienti da tutto il mondo, 8 delle quali italiane.
Che cosè la cannabis?
La cannabis è una pianta che si coltiva da migliaia di anni. Da alcuni mesi assistiamo ad un ritorno eccezionale di interesse per questa pianta, ed in particolare per le infiorescenze essiccate di marijuana light, quella appunto con THC sotto lo 0,2%.
Nella marijuana light vi sono i stessi principi attivi presenti nella marijuana tradizionale (THC e CBD). Il THC è responsabile dell’effetto psicotropo e farmacologico della marijuana, mentre il CBD è una sostanza salutare i cui effetti benefici sono scientificamente riconosciuti.
Per quanto riguarda la cannabis light, la legge 242/2016 identifica come tale solo quelle specie di piante iscritte nel Catalogo delle sementi redatto dalla comunità europea, il cui valore di THC è più basso dello 0,2% e mai oltre lo 0,6%. Il CBD, invece, è un cannabinoide presenta in misura variabile in una pianta di marijuana, e svolge un effetto neutralizzante nei confronti del THC. In Italia si può acquistare canapa light in confezioni sigillate oppure in quantità maggiori. Chi vende questo genere di prodotti lo fa attraverso negozi o punti vendita specializzati, ma anche sopratutto mediante siti internet che vendono infiorescenze di cannabis light all’ingrosso o al dettaglio.
Quando si parla di marijuana light?
Il termine Cannabis light si riferisce alle infiorescenze di marijuana con THC inferiore allo 0,2%. E’ stata definita marijuana light in ragione del fatto che la concentrazione di THC è molto bassa, e che quindi non provoca il classico effetto “sballo” dato dalla marijuana classica. La cannabis light è venduta per collezionismo o per utilizzo tecnico, ed è vietato ingerirla o fumarla. La si può acquistare in negozi specializzati, erboristerie, tabaccherie o Grow shop. Si parla di cannabis light, quindi, soltanto nei casi in cui le infiorescenze presentano valori di THC compresi tra lo 0,2% e lo 0,6% (quet’ultimo è considerato il limite massimo di tollerabilità). Solo per rendere l’idea circa la differenza tra marijuana light e marijuana tradizionale, è bene sapere che il THC presente nella marijuana tradizionale è mediamente del 15/20%. Questo significa concentrazioni di THC 20/25 volte superiori.
Qual’é la differenza tra cannabis light e cannabis terapeutica?
La cannabis terapeutica è marijuana tradizionale prescritta da un medico per il trattamento di determinati tipi di patologie. A differenza della cannabis light, la cannabis terapeutica ha valori di THC molto più alti, e può essere tranquillamente considerata come un farmaco, utile nel trattamento di inappetenze, dolori, vomito e alleviare i sintomi di tante altre patologie.
La Cannabis terapeutica non ha niente a che fare con la cannabis light, quest’ultima depotenziata del THC. Il possesso e l’assunzione di marijuana terapeutica è disciplinata dalla legge, e soltanto un medico può prevederne la prescrizione e l’impiego.
Decreto ministeriale per l’uso medicinale della Cannabis (Serie generale n. 160)
A seguito e per effetto della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avvenuta in data 12 luglio 2018, dal 27 luglio 2018 entra in vigore il decreto ministeriale che introduce l’uso della cannabis nelle terapie del dolore. Il legislatore ha stabilito che è possibile ricorrere alla possibilità di utilizzo dei medicinali a base di cannabis per il trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard. Ci troviamo di fronte ad un passaggio epocale, rappresentato dall’apertura politica, prima ancora che sociale, che procede nella direzione dell’effettivo riconoscimento della cannabis nel trattamento di determinate malattie e nelle terapie del dolore.