Solo “Rumors” e nient’altro in un mercato ormai avviato e sempre più rispettoso delle regole imposte dal legislatore.

Marijuana light: Ecco dove tutto ebbe inizio

Erba light per uso tecnico o da collezione

Il fenomeno della marijuana light che oggi tutti conosciamo ha inizio nel Dicembre del 2016 con l’approvazione alla Camera e poi al Senato della legge numero 242, la quale regola disciplina la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa. Da questo momento in poi (2 Dicembre 2016) la coltivazione e la commercializzazione della cannabis proveniente dalle specie iscritte nel Catalogo Comune europeo e che contengono meno dello 0,2% di THC (il principio attivo contenuto nella canapa stessa) è assolutamente legale e non necessita di alcuna autorizzazione. Sebbene la legge in questione non menzioni affatto la produzione e la vendita delle infiorescenze di marijuana, in molti hanno iniziato a commercializzare tali prodotti in ragione del fatto che la legge 242/2016 ritiene del tutto legale coltivare e vendere marijuana con THC inferiore allo 0,2%. Nella legge, però, non viene mai fatta menzione delle infiorescenze di marijuana, quelle vendute nei negozietti specializzati. Ecco allora giungere in soccorso il Ministero delle politiche agricole, il quale con una circolare datata 23.05.2018 aggiunge alla legge 242 la possibilità di vendere e detenere per uso tecnico o da collezione le infiorescenze di marijuana.

Il THC è un principio attivo presente in quantità variabile nella canapa. Per lo Stato italiano il livello di Thc tollerato nelle piante di cannabis non può andare oltre lo 0,2% (tollerato fino allo 0,6%). Per quanto riguarda la coltivazione di cannabis light, la legge stabilisce che è possibile coltivare e commercializzare soltanto semi appartenenti ad una delle 67 specie di canapa inserite nell’elenco ufficiale stilato dalla comunità europea. Tutte le varietà di canapa non presenti nell’elenco sono da ritenersi non idonee ad essere coltivate e vendute in Italia.

Cannabis light: prodotto per collezionisti .

Articolo per fumatori o per collezionisti?Al centro delle polemiche sulla libera vendita di marijuana light nel nostro paese vi è il fatto che le infiorescenze di canapa con THC sotto lo 0,6% sono, secondo la legge, coltivabili e vendibili soltanto come prodotto per collezionisti e non destinato al consumo umano. 

E’ da considerarsi un prodotto da collezione o per uso tecnico.
Nei negozi o sui moltissimi siti internet che vendono all’ingrosso o al dettaglio confezioni di marijuana leggera, vengono chiaramente indicate le modalità di utilizzo di tale prodotto, e viene chiaramente specificato che la marijuana light è venduta per uso collezionistico e non per combustione. Un prodotto destinato non ai fumatori, quindi, ma oggetto d’arredamento, quale deodorante per auto o da posizionare sulla mensola in salotto.
Insomma, chi compra marijuana light lo fa per collezionismo e non per fumarsela. Così stabilisce la legge e così sono tenuti a specificarlo a chiare lettere tutti coloro i quali si dedicano a questo commercio.

Noi riteniamo che al momento sia del tutto legale ed in linea con quanto stabilito dalla legge vendere e pubblicizzare infiorescenze di canapa light, e riteniamo inoltre che non vi è nulla di illegale nel considerare per uso tecnico un prodotto i cui effetti negativi sono tutti da dimostrare.

La cannabis light caratterizza  un mercato legale ed in linea con le leggi italiane

Le discussioni in merito al fatto se sia legale o meno vendere confezioni di infiorescenze di marijuana light è ora al centro del dibattito politico, ed ora che il SSN ha emesso un parere contrastante con quanto stabilito nella legge di riferimento 8242/2016), riteniamo doveroso un chiarimento ufficiale che ponga le basi per una regolamentazione più in linea con il sentimento popolare. Secondo il SSN, infatti, utilizzare cannabis a basso contenuto di THC non mette al riparo da eventuali effetti negativi. Ecco allora che il dibattito circa la destinazione d’uso delle infiorescenze di canapa, se siano cioè un prodotto per collezionisti o al contrario un articolo per fumatori, sta finendo per gettare cattiva luce su di un mercato che sta trascinando un intero comparto agroindustriale. Il mercato della canapa, lo ricordiamo, è tornato a muovere decine di milioni di euro l’anno grazie appunto alla marijuana light e alla filiera produttiva che coinvolge centinaia di posti di lavoro. 

Sebbene il Consiglio superiore di sanità nei giorni scorsi si è pronunciato in merito alla questione della cannabis light sostenendo che possono esservi problemi per la salute dei cittadini, il ministro Giulia Grillo ha smorzato i toni e tranquillizzato tutti gli operatori di questo mercato invocando il giudizio dell’Avvocatura di stato, anticipando, tuttavia, che questo mercato non sarà vietato, ma che sarà regolamentato.

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