Dopo il verdetto della cassazione dello scorso 30 maggio, in cui le sezioni unite penali della Cassazione avevano stabilito che :
” la cannabis sativa light non rientra nell’ambito di applicazione della legge 242 del 2016 che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel catalogo comune delle specie di piante agricole e che elenca tassativamente i derivati che possono essere commercializzati”
e chiarendo che:
“ integrano il reato di cui all’articolo 73, commi 1 e 4, dpr 309/1990 le condotte di cessione, di vendita, e, in genere, la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis sativa L, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante”
sono iniziati controlli più concreti da parte delle forze dell’ordine in negozi e attività del settore.
Questi controlli hanno portato a molti sequestri dei prodotti e chiusure preventive da parte di PM in molte attività, che hanno dovuto fare ricorso dinanzi ai tribunali per far valere le loro ragioni “sull’effetto drogante”, il cui giudizio è stato lasciato ai giudici, che vengono chiamati a stabilire il vietato e il consentito.
In virtù di questo, in queste ultime settimane giudici e magistrati stanno facendo riaprire le attività e i negozi chiusi che hanno dimostrato di vendere prodotti con un contenuto di THC inferiore a quello stabilito dalla legge.
E’ successo a Padova, Perugia, Caserta, Mantova, Genova e sono molti i riesami che si svolgeranno in tante città del nostro paese nei prossimi giorni, come a Cesena dove sempre in questi giorni per un maxi sequestro avvenuto a dicembre dello scorso anno è stata richiesta l’archiviazione, da parte della procura di Forlì, per i titolari dei negozi e delle attività interessate.
Il copione che si ripete è sempre lo stesso, le forze dell’ordine provvedono al sequestro della merce e alla chiusura dei negozi, dopodiché i proprietari delle attività ricorrono alla magistratura e, qualora si ravvisino limiti sotto lo 0,5% di Thc, i giudici provvedono alla loro riapertura.
Notizie positive che fanno pensare che le ombre di chiusura di un mercato in continua crescità siano ormai alle spalle, in attesa di una nuova legge che faccia finalmente chiarezza sulla legittimità della canapa light, non delegata volta per volta al giudizio di un giudice, e dei suoi prodotti derivati.