Germania pronta a dire Si alla cannabis legale

Il nuovo governo della Germania si appresta a legalizzare la cannabis anche per scopi ricreativi.

La nuova coalizione di governo tedesco dove sono presenti i socialdemocratici, i liberali e i verdi avrebbero quindi deciso di compiere questo passo.

Dopo l’esito delle elezioni dello scorso 26 settembre, queste forze politiche hanno dato avvio ad un folto numeri di confronti con lo scopo di delineare il nuovo indirizzo da seguire a livello nazionale.

In questo ambito si è inserito anche la questione della legalizzazione della cannabis, uso quindi che non dovrebbe più limitarsi più solo a motivazioni di carattere medico ma anche esteso all’ambito ricreativo.

Infatti, proprio durante le loro campagne elettorali i tre partiti hanno sostenuto l’idea di riformare la disciplina in materia di droghe leggere e cannabis, creando comunque una forte divisione nel paese.

In base ad un sondaggio effettuato dalla German Hemp Association, il 49% dei tedeschi contattati si sarebbero espresso in maniera positiva difronte alla possibilità di arrivare alla legalizzazione del prodotto.

Quelli che si oppongono invece rappresenterebbero il 46% del totale.

In questo momento in Germania è in vigore sia il divieto di vendita che il possesso della cannabis.

“Stiamo introducendo la distribuzione controllata di cannabis agli adulti a scopo di svago nei negozi autorizzati, misuriamo continuamente le normative sulla base delle nuove scoperte scientifiche, ed allineiamo di conseguenza le misure di protezione della salute”.

Queste alcune dichiarazioni del documento comune della coalizione, dove viene evidenziato anche il tempo necessario, quattro anni, per poter effettuare una valutazione complessiva della riforma ed il suo impatto sociale.

Questa distribuzione controllata, alla fine, dovrebbe garantire un controllo di qualità ed allo stesso tempo anche una tutela sui minori.

Le notizie ribalzante dalla Germania hanno subito provocato reazioni contrastanti da parte dei partiti italiani con chi auspica di seguire la Germania, la sinistra e i 5 stelle, e chi invece si oppone in maniera netta come il centro e la destra.

Cannabis light e CBD: vendita e consumo in Italia

La Cannabis light e il CBD sono spessissimo al centro di dibattiti e polemiche.

Questi prodotti sono ormai venduti in maniera diffusa sia al dettaglio che nel mercato online.

Nonostante questo ci sono ancora molti dubbi sullo statuto giuridico del CBD.

Da una parte si dice sia legale in quanto non ha effetti droganti, mentre fa da contraltare invece il fatto che comunque si tratti in qualche modo di droga e che si rischia se la si acquista.

Chi vende e chi compra questi prodotti dovrebbe forse temere ripercussioni legali? O si tratta solo di chiacchiere senza fondamenta?

Ecco le principali norme in materia di Cannabis per far un p’ò di luce a questi quesiti.

Partiamo dalle proprietà del CBD, le due più importanti molecole prodotte dalla canapa sativa sono appunto il CBD (cannabidiolo) e il THC (tetraidrocannabinolo).

Questi due elementi sono i principali artefici degli effetti causati dalla Cannabis e per questo si trovano sempre al centro dei dibattiti.

Da una parte c’è  il THC  che è considerato uno stupefacente per le sue proprietà psicoattive, e per questo è illegale.

Dall’altra il CBD che a differenza del precedente non ha alcun effetto psicotropo.

Tutti e due interagiscono sui recettori endocannabinoidi del nostro sistema nervoso esercitando diversi effetti, alcuni dei quali sono indagati dagli studi medici per i loro possibili usi terapeutici.

Per quanto riguarda il CBD questo è presente in alcuni medicinali approvati dall’Unione Europea ed è utilizzato per trattare i sintomi di alcune patologie quali la sclerosi multipla e i disturbi legati all’ansia.

Una delle sue caratteristiche apprezzata nell’uso terapeutico è la mancanza di particolari effetti collaterali.

I prodotti a base di CBD sono molteplici, olii, capsule, creme o gel liquidi da svapo ecc.

CBD cosa dice la normativa italiana

Nonostante il fatto non abbia effetti psicotropi e dunque non considerabile come uno stupefacente per la legge italiana, legalmente la situazione non è del tutto chiara.

Per il decreto del Presidente della Repubblica Dpr 309/1990 non c’è alcun dubbio in merito, la canapa è uno stupefacente e dunque la sua coltivazione è illegale salvo quando sia volta a destinazioni d’uso industriali approvati dall’Unione Europea.

Invece La legge 242/2016 cerca di essere ancora più specifica in modo da evitare fraintendimenti e consentire un uso industriale della canapa esente da ambiguità.

In particolare stabilisce che può essere coltivata in modo legale solo la Cannabis contenente una percentuale di THC inferiore allo 0,2%, oltre indicare tutta una serie di destinazioni d’uso consentite dalla legge.

Eliminato quindi il THC, l’elemento principe della canapa light rimane dunque il solo CBD che tecnicamente non è una sostanza vietata.

L’obiettivo che si cercava di raggiungere con questa legge era il chiarimento senza ombra di dubbio di quello che si può e che non si può fare con la Canapa.

Ma ad oggi il risultato rimane ancora ricco di ambiguità.

Di fatto in nessuna delle due norme viene specificato se sia possibile lavorare e commerciare le infiorescenze della pianta (le parti ricercate principalmente per il consumo a scopo ricreativo).

Anzi la legge 242/2016 sembrerebbe consentire la vendita in quanto cita il florovivaismo tra le destinazioni d’uso consentite.

Un altra falla normativa riguarda il consumo della canapa.

Con alte concentrazioni di THC naturalmente viene equiparata a qualsiasi altra droga stupefacente quindi illegale.

Per quanto concerne invece la Cannabis light, non c’è nessuna specifica riguardo il suo consumo.

Da questo viene da pensare che allora si tratta di un utilizzo legale.

Ma a questo punto entrano in ballo elementi diversi che non riguardano solo aspetto giuridico, per questo motivo il cono d’ombra legislativo vede spesso interventi differenti da parti di giudici chiamati in causa con pareri discordanti se non addirittura opposti fra di loro.

Il risultato è che questi prodotti, a base di Cannabis light, si trovano in vendita e vengono quasi sempre indicati in favore di un uso da collezione.

Referendum per la legalizzazione della cannabis

 

500mila firme raggiunte in pochi giorni, per togliere denaro ai narcotrafficanti, derivato per il 40%  dalla cannabis.

Referendum proposto dalle Associazioni Antigone, Società della ragione, Forum droghe, Luca Coscioni, con il supporto dei partiti +Europa, Radicali italiani, Possibile. Nei dati di votazione online si evince che la maggior parte dei votanti è under 25.

Con la possibilità di esprimere il voto anche online, in sette giorni si è superata la cifra di 500mila firme. Le firme raccolte dovranno essere depositate in Cassazione entro il 30 settembre, sarà possibile ancora firmare per avere un ampio margine a garanzia della votazione.

Come hanno reagito gli interpreti della nostra politica ? Emma Bonino ha commentato “La strada della libertà è l’unica contro i sovranismi. Ed è una spinta politica a un Parlamento che dorme da tanti anni”. Dice Marco Cappato, del Comitato promotore ” Il totale silenzio dei capi dei grandi partiti, cosi come sta accadendo per il referendum sull’eutanasia legale, è un segnale preoccupante non tanto per i referendum, quanto per lo stato di salute della nostra democrazia e di partiti sempre più autoreferenziali, ridotti a fare il tifo pro o contro le decisioni di Draghi”.

Uno dei risultati ottenibili da questa eventuale abrogazione, sarà togliere alla criminalità organizzata una delle maggiori entrate, ” un colpo al cuore del narcotraffico”, ha commentato Riccardo Magi di +Europa. Oggi il consumatore è completamente nelle mani del pusher di turno, non ha nessuna garanzia sul trattamento che ha subito il prodotto che acquista illegalmente.

Le statistiche nei paesi dove la cannabis è stata legalizzata vedi Canada e Stati Uniti, non si registrano aumenti di consumi. Da non confondere con la  Cannabis light, che è priva quasi totalmente di THC (sostanza psicotropa della marjuana) e non ha nessun effetto drogante. Sarà il Legislatore eventualmente a decidere su come acquistare legalmente la cannabis nel caso in qui verrà approvato il quesito.

Circa un milione e quattrocentomila italiani sono stati trovati in possesso di cannabis o derivati, e hanno subito una sanzione amministrativa, nel caso in cui ci fosse una depenalizzazione non riguarderà chi guida in stato di alterazione.

Lo scopo del referendum è far abrogare l’articolo 4 della legge sugli stupefacenti, depenalizzare la coltivazione e quindi l’uso, considerando che in Italia ci sono circa 6 milioni di consumatori di cannabis, e le mafie devono alla cannabis il 40%  dei loro introiti.

In questo periodo storico in Italia, si trova in commercio la cannabis light, una varietà  alternativa priva di THC, (quindi legale)  sostanza psicotropa principale causa dello “sballo”, come dire, la  birra sta alla  Cannabis come la birra analcolica sta alla Cannabis light, il paragone crediamo sia piuttosto azzeccato.

“Dalla raccolta firma per il referendum sulla cannabis arriva un’ottimo messaggio, voglia di partecipazione e anche uno stimolo al parlamento a legiferare è carente”, così Roberto Fico, Presidente della Camera si esprime sul referendum, durante la presentazione di un nuovo corso di laurea all Federico II di Napoli.

Una ricerca eseguita da team di David Nutt, (The Lancet)  elenca la pericolosità delle sostanze relativa ai fattori dannosi per il fisico e la socialità, emerge che la cannabis sia all’undicesimo posto, assolutamente dopo l’alcol quinto, ed il tabacco nono.

Nel dicembre 2020 l’ONU rimuove la cannabis dalle tabelle delle sostanze pericolose, e ne riconosce l’utilità per l’uso medico.

Primi passi per la coltivazione di cannabis ad uso personale

Alla commissione Giustizia della Camera, in questi  ultimi giorni, è stato votato il testo base sulla cannabis.

Nel testo votato si depenalizza la coltivazione di non oltre 4 piante “femmine” in casa per uso personale.

“E’ un risultato importante, ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione ma anche grazie alla capacità dei gruppi parlamentari di confrontarsi e trovare una sintesi ragionevole. Se si diminuiscono le sanzioni per i fatti di lieve entità aumenta da 6 a dieci anni le pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis”.

Queste le parole del presidente Mario Perantoni, del Movimento 5 stelle, anche relatore del provvedimento.

Questo testo base ha avuto il voto contrario da parte della Lega, Fratelli D’ Italia, Coraggio Italia e Forza Italia, con Italia viva astenuta e con voto favorevole da tutti gli altri, dal radicale Riccardo Magi, che e anche promotore di una parte del testo base, al Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Leu.

Dopo questa votazione del testo base, dovrà essere fissato il termine per presentare gli emendamenti da discutere in commissione.

Alla fine di questi ulteriori passaggi, si potrà andare in Aula e discutere per far approvare il disegno di legge.

Sport e CBD binomio vincente

 

Anche se l’Agenzia Mondiale Antidoping, o World Anti Doping Agency, abbia severamente proibito l’utilizzo dei cannabinoidi, questo non risulta del tutto veritiero e non è per tutti i prodotti che si basano sul CBD.

Nonostante ci sono ancora pochi studi riguardo il settore sportivo, non sono pochi gli atleti e gli sportivi che, per relax e per trovare un po’ di calma durante gli allenamenti e le gare, hanno individuato nel CBD un alleato da combinare ai classici integratori e pasti equilibrati.

Il CBD è una sostanza già presente nella pianta di cannabis e, al contrario del THC, non ha nessun effetto psicotropo ma invece garantisce una piacevole sensazione di relax per la muscolatura corporea e per la mente.

Tra le diverse forme attualmente presenti sul mercato dei prodotti appartenenti al CBD ed alla cannabis light, quella utilizzata dagli amanti dello sport è senza dubbio l’olio di CBD che viene ottenuto tramite delle operazioni di estrazione e miscelazione innovative.

Ottenibile con una purezza superiore al 99%, per avere degli effetti riscontrabili, normalmente, servono poche gocce sotto la lingua due volte al giorno.

Ci sono diversi tipi di olio CBD che si diversificano in base alla concentrazione che varia dal 5% fino al 30% passando per il 10% ed il 15% e cosi via.

Al contrario di steroidi o altre sostanze similari, con il CBD non si ha alcun effetto di potenziamento, ma solo quello di rilassamento per ritrovare la giusta concentrazione.

Un esempio tangibile è quello dell’ incremento, appunto, riscontrato negli sportivi che utilizzano questo tipo di prodotto per ridurre il nervosismo, allievare il dolore ed infine ottenere un più confortevole riposo nelle ore notturne.

Oltre a questo non è da dimenticare che studi recenti hanno riscontrato gli effetti benefici su altri disturbi come mal di testa, mal di stomaco, dermatosi e similari.

Canapa e Cannabis Tetralight.it

Tipologie di Canapa Light

Canapa e Cannabis Tetralight.it

In commercio esistono molti tipi di cannabis light e l’opportunità di comprare il prodotto online ha fatto aumentare il numero dei consumatori che usano questo strumento, incentivati dal fatto di acquistare un prodotto garantito, sicuro, certificato e controllato.

Le principali varietà di canapa comunemente conosciute sono di tre tipi: cannabis indica, cannabis sativa e cannabis ruderalis.

La Cannabis Indica è la varietà di cannabis più conosciuta, originaria dell’India, con un alto contenuto di THC che genera effetti psicoattivi molto forti, anche se è bene specificare che nella versione light si abbia un valore massimo consentito per legge.

Questa varietà rende al meglio nella coltivazione indoor.

Nel suo paese di origine viene utilizzata per scopi medici, come rilassante naturale, in cucina e per inalazioni durante cerimonie e meditazioni.

Una tipologia di cannabis molto impiegata nel settore tessile invece è la Cannabis Sativa, poiché si possono creare vari indumenti con le sue fibre.

A differenza della cannabis indica ha un basso contenuto di principio attivo THC, poiché ne produce dall’1% al 5% e inferiore dello 0,5% nella sua versione Light, e un’alta percentuale di CBD.

Per questo non propone quegli effetti psicotropi della pianta indica, ma favorisce il rilassamento.

Questa tipologia di canapa è ideale per la coltivazione outdoor e greenhouse.

Meno conosciuta di quelle appena citate la Cannabis Ruderalis che viene utilizzata e scelta nella coltivazione di ibridi e incroci.

Dagli incroci fra cannabis sativa e cannabis indica, vengono creati molti ibridi, circa un quarantina di tipi di cannabis più o meno conosciuti.

Incrociate con la ruderalis, nascono le piante autofiorenti, di prevalenza femminile, e con discrete quantità di THC.

Queste tre tipologie hanno un’importante caratteristica: possono essere piante maschio o femmina.

Pianta Femmina

La cannabis femmina genera infiorescenze ricche di resina e trattiene il polline prodotto dalla pianta maschio, dopodiché riduce la produzione di resina per iniziare a produrre semi.

Quando i semi sono maturi e cadono a terra, la pianta femmina muore ma i semi fanno nascere altri germogli di piante.

È la pianta femmina quella che contiene i maggiori principi attivi, come il THC, e le sostanze psicotiche e metabolidi cannabidioli che si trovano nella resina.

Le piante femmina si riconoscono per la presenza di filamenti biancastri.

Pianta Maschio

La pianta maschile non produce resina ma polline, che viene sparso dal vento quando le sacche si aprono, ovvero quando la pianta è matura, andando a impollinare le piante femmina.

Queste piante sono caratterizzate dalle protuberanze verdastre che hanno al loro interno il polline.

Le coltivazioni di ibridi di cannabis light sono in grado di creare dei mix che soddisfino qualsiasi tipologia di cliente, con un contenuto di THC inferiore allo 0,5%, ossia entro il limite legale per la produzione e vendita di prodotti contenenti canapa, ma con una concentrazione elevata di CBD, il cannabidiolo che può portare alcuni benefici fisici ed utilizzato come antinfiammatorio, antiossidante e rilassante.

Il CBD, inoltre, aiuta il sonno e combatte i disturbi da ansia e stress.

Luoghi comuni da sfatare sulla cannabis light

Dall’entrata in vigore della legge che interessa la cannabis light (legge n.242 del 2016), in Italia si è manifestato un incremento di punti vendita legali, sia fisici che online, di canapa e prodotti derivati.

Nonostante questo però rimane sempre una certa diffidenza verso questa pianta naturale.

Come qualsiasi altra pianta la cannabis può produrre effetti negativi così come quelli positivi.

A seconda dell’utilizzo, della tipologia e della quantità della canapa gli effetti possono variare molto.

Tuttavia gli effetti negativi, che rappresentano i luoghi più comuni cui subisce questa pianta, sono nella realtà dei fatti poco diffusi anche tra i consumatori abituali.

Eccezion fatta per l’effetto della fame che potrebbe sopravvenire, ci sono molti miti da sfatare sulla cannabis, in particolar modo per quanto riguarda la cannabis light che nello specifico, più che negativi, i suoi effetti siano positivi tanto da essere usati in alcuni casi anche nel campo terapeutico ( seguendo sempre le indicazioni fornite da un medico).

Con la cannabis light è possibile trattare sintomi di stress e ansia, nonché depressione, grazie alla grande quantità di CBD presente, che crea l’effetto rilassante.

Naturalmente parliamo di cannabis light certificata, acquistabile nei punti vendita e non di quella illegale.

Con quella illegale non si potrà avere alcuna garanzia né sulla sua qualità, né sulla sua tipologia o lavorazione, oltre al fatto dell’elevata presenza del THC che è il cannabidiolo che produce tutti gli effetti psicotropici che rendono la pianta proibita.

E’ questa la principale differenza quando si parla di cannabis legale e cannabis illegale.

Come accennato, nel caso in cui si soffra di una malattia particolarmente dolorosa a stadio avanzato, un medico potrebbe proporre di fare uso della cannabis legale al fine di alleviare questi malesseri.

Non parliamo di cura che porta alla guarigione ma essenzialmente di placare, in molti casi, i sintomi peggiori della malattia.

La cannabis light riesce anche contrastare, in alcuni casi, dolori e infiammazioni di natura più lieve e moderata.

Canapa e Cannabis Tetralight.it

Iniziative per la sensibilizzazione alla legalizzazione della cannabis in Italia

 

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In queste settimane sono stati diversi gli eventi per la legalizzazione della cannabis in Italia.

L’ultima in ordine di tempo si è svolta a Torino, organizzata dal partito Volt Torino, dall’associazione Acmos e dall’azienda agricola Blu Bit, con l’intento di riporre nuovamente l’attenzione sulla questione.

” Ridare energia al dibattito e stimolare l’attenzione pubblica sulla questione della legalizzazione della cannabis.

Abbiamo deciso di unire le energie per questa importante battaglia.

Vogliamo invitare i più scettici a familiarizzare con una pianta che, nonostante le numerosissime applicazioni utili in industria e medicina, continua ad essere demonizzata più di tutte le altre.

Ed il tema resta attualissimo, considerata la recente ripresa dei lavori al Parlamento sul Ddl Magi”.

Queste le parole degli organizzatori che durante l’evento, oltre a spiegare il vero valore della canapa, hanno omaggiato i partecipanti con prodotti di cannabis light e piantine del medesimo tipo.

Stesse dinamiche successe in precedenza per manifestazioni analoghe organizzate dalle 6000 Sardine nelle piazze di Roma, Firenze e Bologna, sempre in questo periodo, dove, per la verità, le piantine sono state vendute per un iniziativa di crowdfunding.

Tutte iniziative che hanno l’intenzione, come detto, di porre l’attenzione sulla ripresa dei lavori in parlamento del Ddl Magi che prevede, tra l’altro, la legalizzazione domestica della coltivazione.

Ombra di Big Pharma sul settore della cannabis industriale

 

Stando ad alcune voci, i primi di giugno il MIPAAF guidato dal Min. Stefano Patuanelli ha inviato alla Conferenza Unificata Stato-Regioni la bozza di decreto sull’elenco delle specie di piante officinali come previsto dal Decreto 75 del 2018.

La bozza trasmessa alla Conferenza Stato-Regioni, in calendario già per il 17 giugno, prevede infatti che foglie e fiori della Canapa Industriale, ossia quelli contenente CBD e privi di THC, siano assoggettati al DPR 309/90 (T.U. Sost. Stupefacenti), provando nuovamente ad indirizzare il settore canapa nelle mani di quei pochi in possesso di autorizzazione farmaceutica.

Nello stesso modo come accaduto durante il periodo di pandemia fine 2020 in cui, con il decreto speranza, veniva considerato il CBD sostanza stupefacente e quindi ad uso esclusivo del settore farmaceutico che fortunatamente, dopo numerose e accese proteste, il decreto fu sospeso ma in verità mai annullato da quello che risulta al momento.

Alla Camera, molti rappresentanti del M5S e di altri partiti si sono mostrati disponibili a risolvere le problematiche del settore, ed anche grazie al c.d. Decreto Sostegni sono stati presentati emendamenti da parte di più esponenti del M5S che cercano di migliorare alcuni aspetti della legge 242/2016.

Queste voci sono state prese con stupore da i rappresentanti del settore, essendo presente appunto un tavolo di filiera della Canapa, creato proprio presso lo stesso MIPAAF, che viene riunito regolarmente, e che non sia stato informato della presenza di una bozza di decreto già trasmessa in Conferenza Unificata.

Sul Tavolo Tecnico ci sono tante associazioni tra cui Confagricoltura, Compagri, CIA, Sardinia Cannabis e tante altre realtà.

Questa bozza andrebbe nuovamente in contrasto con le norme europee e con l’interpretazione della Corte di Giustizia Europea, la quale ha espresso e ribadito che la pianta di canapa in tutte le sue parti è utilizzabile a fini industriali, oltre che per il settore alimentare.

amazon sostegno cannabis

Amazon: sostegno alla legalizzazione della cannabis

amazon sostegno cannabis

I rumors che giravano da qualche periodo sono diventati realtà, sembra infatti che il colosso Amazon investirà capitali per rendere la cannabis legale in tutti gli Stati Uniti d’America.

Tale investimento fa presupporre nuove possibilità, con un boom del volume di affari, sia per la multinazionale che per la filiera produttiva della cannabis.

il C.E.O. di Amazon attraverso un messaggio a tutti i dipendenti dell’azienda, sul blog ufficiale, ha annunciato importanti novità riguardo la cannabis, che portano importanti cambiamenti all’interno della multinazionale.

Molto probabilmente è uno dei primi passi per arrivare a grandi investimenti su un settore, come quello della cannabis, che da moltissimo tempo attende una liberalizzazione che possa portare opportunità di guadagni in un numero sempre maggiore di paesi di tutto il mondo.

Sebbene questo non rappresenta un passo ufficiale ma un modo per testare il terreno in questo momento, è auspicabile pensare che Amazon si stia preparando per un inserimento nel mercato globale della cannabis, visti i buoni risultati ottenuti in borsa e la buona risposta da parte dell’opinione pubblica.

Amazon infatti sosterrà sia dal lato economico, che quello politico, il MORE Act (The Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act of 2021), una legge che renderà legale la cannabis in tutti i 50 stati che compongono gli Stati Uniti.

La multinazionale investirà risorse nei vari comitati e nei vari circoli lobbistici per far approvare la legalizzazione della cannabis.

Per coerenza con queste scelte, la multinazionale ha deciso che non saranno più effettuati test sui candidati, per ogni livello lavorativo, per la possibile positività alla cannabis e a livello aziendale il consumo di quest’ultima verrà considerato come quello dell’alcool.

In un prossimo futuro, se tutto procederà nella direzione scelta, non sarà da escludere quindi la possibilità di ordinare cannabis ricevendo il giorno dopo un pacchetto col sorriso di Amazon, sempre per chi vive negli stati uniti, mentre dalle nostre parti è ragionevole pensare che queste prerogative siano ancora lontane per quanto riguarda la cannabis, mentre una flebile speranza può esserci per quanto riguarda il comparto della cannabis light e dei suoi derivati.