
La Procura di Rovigo, su richiesta del giudice per le indagini preliminari, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per tre siti di e-commerce utilizzati per la vendita di canapa light, contestando il reato di cui all’art. 73 del DPR 309/90. Fin dalle prime indagini, le infiorescenze sequestrate sembra che superino drasticamente i limiti di legge. Le disposizioni parlano chiaro, ogni qualvolta vi sia la cessione e la vendita al pubblico a qualsiasi titolo dei derivati della cannabis sativa L. salvo che in concreto i prodotti ceduti siano del tutto privi di efficacia drogante,
si è passibili di denuncia. La situazione per chi vende prodotti che non superano lo 0,2% di THC è davvero complicata, non si capisce da quale parte stia la ragione, siti che fino a ieri lavoravano con tutta tranquillità e nella piena legalità pagando tasse e usando tutti gli spedizionieri presenti su piazza, si ritrovano nell’incertezza più totale, e non si capisce come da parte delle autorità non ci si ponga una domanda, come si possono trattare tali attività come spacciatrici di stupefacenti, visto che è tutto fatto alla luce del sole ? Quindi nella più totale buona fede, ci si augura che ci sia davvero una distinzione tra chi tratta materiale stupefacente e chi tratta o trattava materiale dichiaratamente non drogante.
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